Demografia, la lancetta piccola dell'orologio
Se, come lo definisce metaforicamente Alfred Sauvy, il mondo è un orologio, la demografia rappresenta la lancetta piccola delle ore: sembra ferma ma segna il passo. I cambiamenti demografici sono lenti e, proprio per questo, offrono tempo per adattarsi alle nuove dinamiche sociali, ma modificano radicalmente la struttura della società e gli stili di vita
Alfred Sauvy lha definita la lancetta piccola dellorologio. Se la politica è la lancetta dei secondi, che corre via veloce alla ricerca del consenso, e leconomia è la lancetta dei minuti, il cui scorrimento è ben visibile, è la demografia a rappresentare la lancetta delle ore: apparentemente ferma ma in grado di segnare il passo. Seguendo la metafora delleconomista francese, possiamo prevedere più facilmente nel breve e medio periodo le tendenze demografiche, che operano lentamente, rispetto a quelle economiche e politiche. Nel suo lento muoversi, la demografia offre il tempo per adattarsi alle nuove dinamiche sociali, con effetti che si misurano negli anni a venire e che modificano radicalmente la vita quotidiana degli individui e della collettività. Ecco perché le tendenze demografiche riassumono in maniera incontrovertibile gli effetti di una molteplicità di forze e di tensioni che influenzano la vita delle persone.
Le ultime previsioni Istat sul futuro demografico del Paese confermano che difficilmente sarà possibile invertire la rotta, seppur con elementi di incertezza. Le linee di tendenza tracciate sulla mappa sono chiare: la popolazione residente è in decrescita, da 59 milioni all1 gennaio 2022 a 54,4 milioni nel 2050; la popolazione invecchia e la fecondità si riduce, con un rapporto tra individui in età lavorativa e non che passerà da circa 3 a 2 nel 2022 a circa 1 a 1 nel 2050; la composizione delle famiglie si modifica, meno coppie con figli e più coppie senza, tanto che entro il 2042 solo 1 famiglia su 4 sarà composta da una coppia con figli, più di 1 su 5 non ne avrà.
E i comportamenti futuri non annulleranno le tendenze in atto. Le previsioni aggiornate al 2022 evidenziano che nello scenario più attendibile, quello mediano, il volto della popolazione muta radicalmente, e non solo per una questione dovuta allestensione dellorizzonte previsivo. In che misura possa accadere tale trasformazione dipende sì dallincertezza associata alle varie ipotesi sul futuro comportamento demografico, ma non fino al punto di riportare in equilibrio la situazione attuale.
La popolazione scivola verso l'età senile: nel 2050 gli over 65 rappresenteranno il 34,5% del totale
Stabilmente sul podio mondiale dellinvecchiamento, oggi lItalia presenta una struttura della popolazione per fasce detà così articolata: il 12,7% ha fino a 14 anni di età; il 63,5% tra 15 e 64 anni; il 23,8% dai 65 anni di età in su. Le prospettive future comportano unamplificazione di tale processo, che come precisato nel già citato Report dellIstituto è governato più dallattuale articolazione per età della popolazione che dai cambiamenti ipotizzati circa levoluzione della fecondità, della mortalità e delle dinamiche migratorie, in base a un rapporto di importanza, allincirca, di 2/3 e 1/3 rispettivamente. Nel 2050 gli over 65 potrebbero rappresentare il 34,5% del totale e i giovani fino a 14 anni di età l11,2%, registrando una moderata flessione in senso relativo ma non in assoluto. Infatti, a contribuire alla crescita assoluta e relativa della popolazione anziana concorrerà soprattutto il transito delle folte generazioni degli anni del baby boom (nati negli anni Sessanta e prima metà dei Settanta) tra le età adulte e senili, con concomitante riduzione della popolazione in età lavorativa. Nei prossimi trentanni, infatti, la popolazione di 15-64 anni scenderebbe al 54,3%. Come per la popolazione anziana, quindi, anche qui si prospetta un quadro evolutivo certo.
Figura 1 - Struttura della popolazione per fasce detà
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Previsioni della popolazione - Anni 2022 - 2080
Il processo di invecchiamento della popolazione non sarà tutta via omogeneo sul territorio nazionale e avrà un effetto più marcato nel Mezzogiorno. Per quanto questarea geografica presenti ancora oggi un profilo per età più giovane, letà media dei suoi residenti transita da 45,3 anni nel 2022 a 49,9 anni nel 2040, sopravanzando il Nord che nel medesimo anno raggiunge unetà media di 49,2 anni, partendo nellanno base da un livello più alto, ossia 46,6 anni. Guardando alle prospettive di lungo termine, le regioni del Sud rallenterebbero il loro percorso senza tuttavia fermarlo, raggiungendo unetà media della popolazione prossima ai 52 anni. A quel punto, invece, sia il Nord (50,2 anni) sia il Centro (50,8) avrebbero già avviato un percorso di frenata del processo di invecchiamento che, nel caso del Centro, potrebbe addirittura portare allavvio di una fase di ringiovanimento della popolazione.
Si modifica la composizione delle famiglie: entro ventanni il 37,5% sarà composto da una persona sola
Nel giro di venti anni si prevede un aumento di oltre 850mila famiglie: da 25,3 milioni nel 2022 si arriverebbe a 26,2 milioni nel 2042 (+3,4%). Si tratta di famiglie sempre più piccole, il cui numero medio di componenti scenderà da 2,32 persone nel 2022 a 2,13. Il concetto di famiglia suggerisce la presenza di almeno due persone, ma in realtà la quota di soggetti che vivono soli crescerà del 17%, facendo aumentare il suo contingente da 8,4 a 9,8 milioni nel giro di venti anni. Peraltro, gran parte dellaumento del numero complessivo di famiglie è dovuto proprio alla crescita delle persone sole, soprattutto donne (+21%, da 4,6 a 5,6 milioni). Guardando alla composizione per età delle famiglie, si osserva come le persone sole aumentino in modo significativo soprattutto nelle età più avanzate: se già nel 2022 la quota di persone sole di 65 anni e più rappresenta circa la metà di chi vive da solo (48,9%), nel 2042 raggiungerebbe quasi il 60%.
Se, da un lato, linvecchiamento della popolazione, con laumento dellaspettativa di vita, genera un maggior numero di persone sole, dallaltro, il prolungato calo della natalità incrementa la consistenza delle coppie senza figli (da 5,2 a 5,7 milioni, con un incremento del 9% e una quota sul totale che salirà dal 20,6 al 21,7%), mentre linstabilità coniugale determina un numero crescente di genitori soli (dal 10,7% del totale delle famiglie nel 2022 all11,4% nel 2042). LIstat prevede infatti una sostanziale diminuzione delle coppie con figli: oggi più di 3 famiglie su 10 hanno figli (31,9%), nel 2042 potrebbero scendere a 1/4 del totale delle famiglie (25,3%).
Figura 2 - Famiglie per tipologia
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Previsioni delle famiglie - Anni 2022 2042
Tutti fenomeni che avranno un forte impatto sul contesto sociale (ed economico) e sugli stili di vita, da interpretare non solo in chiave negativa, come maggior costo in termini di maggiore spesa per la collettività per la protezione sociale, ma anche e soprattutto come opportunità. La bussola per questa grande traversata demografica non può allora essere quella di attrezzarsi, aprire lombrello, nel lasso di tempo che la lancetta piccola concede.
Michaela Camilleri, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
23/10/2023